IL PRINCIPIO DELLA GERARCHIA SOCIALE: ASSOLUTA E RELATIVA, IN POLITICA, ECONOMIA, CULTURA RELIGIOSA E SCIENTIFICA.

Bo. 11-08-2024


IMMAGINE DEL GERARCA POLITICO-BUROCRATE E CON UN'OCCHIO ALL'ECONOMIA.


IL PRINCIPIO DELLA GERARCHIA SOCIALE: ASSOLUTA E RELATIVA,  IN POLITICA, ECONOMIA, CULTURA RELIGIOSA E SCIENTIFICA.

Il culto della personalità è una forma di idolatria sociale che generalmente si configura nell'assoluta devozione a un leader, solitamente politico o religioso, attraverso l'esaltazione del pensiero e delle capacità, tanto da attribuirgli doti di infallibilità. Per estensione, l'espressione può anche descrivere l'ossessione dei mass media nei confronti delle celebrità, o la gestione guidata dall'egocentrismo in un'impresa commerciale o industriale.

I culti della personalità caratterizzano di norma gli Stati totalitari o le nazioni che hanno sperimentato di recente una rivoluzione. La reputazione del capo, spesso caratterizzato come "liberatore" o "salvatore" del popolo, eleva questi a un livello quasi divino. Le sue immagini appaiono ovunque, così come statue e altri monumenti innalzati alla sua grandezza ed alla sua saggezza. Slogan del capo troneggiano su enormi cartelloni e libri contenenti i suoi discorsi ed i suoi scritti riempiono scuole, biblioteche e librerie. Il livello di adulazione può raggiungere vette che appaiono assurde agli estranei: ad esempio, durante la Rivoluzione culturale cinese, tutte le pubblicazioni, comprese quelle scientifiche, avevano una citazione di Mao Zedong e tutte erano stampate in grassetto e in rosso.

Il culto della personalità non appare universalmente in tutti i regimi totalitari o le società autoritarie. Alcuni dei regimi più oppressivi della storia infatti mostrarono poca o nessuna adorazione del capo. Il governo dei Khmer rossi marxisti in Cambogia, la dittatura militare di Pinochet in Cile e il governo teocratico talebano dell'Afghanistan mancavano di molte delle caratteristiche del culto della personalità e i capi di questi regimi rimasero fondamentalmente anonimi.

Il culto della personalità in uno Stato, come descritto in precedenza, è molto simile al funzionamento della leadership centrata sulla persona dei guru di certi culti. Infatti, alcuni studiosi religiosi considerano i culti come delle mini-dittature.

Quando i seguaci vedono il guru come un grande santo o un'incarnazione di un essere immortale, allora questo culto della personalità può assumere delle forme estreme. Spesso, i culti o i nuovi movimenti religiosi difendono questa pratica comparandosi alle religioni principali come il Cristianesimo, nel quale Gesù venne adorato quando era ancora vivo. Oppure si difendono riferendosi al principio 

dell'Ishta-Deva presente nell'Induismo.

Il culto della personalità si fonda su di un principio fondamentale: il capo non ha difetti e non fa errori, che sia infallibile viene taciuto  perchè sarebbe un eccesso improponibile.

I metodi della manipolazione, oltre a risolvere qualche problema il capo svolge un ruolo autoritaristico, relativistico e quantistico, per dimensioni del suo potere sia assoluto, in certi casi, sia relativo.

Vediamo quali metodi sono più efficaci, che G. K. Simon indica come psicologo:

Lo psicologo George K. Simon, afferma che l'efficacia della manipolazione è legata fondamentalmente a chi la esegue, intendendo con ciò che il manipolatore "di successo" è dotato delle seguenti attitudini[6]:

  1. Nasconde l'aggressività da cui originano le sue intenzioni e i suoi comportamenti;
  2. Ha una spiccata attenzione orientata a scoprire le debolezze psicologiche della vittima, sulle quali costruisce i propri schemi di manipolazione;
  3. Insensibilità o vera e propria mancanza di senso di colpa, assenza di dubbi e scrupoli relativi alla possibilità di causare un danno alla sua vittima qualora lo ritenga necessario o utile al soddisfacimento della propria volontà.

Tanto più è nascosta l'aggressività, tanto più è efficace la manipolazione. L'aggressività velata si declina in queste due direzioni:[6]

  1. Aggressività relazionale, cioè la deliberata compromissione delle relazioni interpersonali della vittima e la vandalizzazione della sua immagine sociale;
  2. Atteggiamenti passivo-aggressivi, ovvero l'espressione di ostilità indiretta da parte del manipolatore attraverso comportamenti omissivi quali la procrastinazione, il fallimento volontario in compiti di routine, riservare il "trattamento del silenzio", tenere il broncio e dipingersi come vittima, critiche negative celate da sarcasmo o ironia e commenti retorici.

Inoltre abbiamo che:Di sotto invece, i metodi di manipolazione individuati dallo psicologo George K. Simon:[6]
  • Mentire "di sana pianta": elaborare menzogne che possano stare in piedi fino al soddisfacimento del proprio interesse. Quando vengono scoperte solitamente è troppo tardi per le vittime.
  • Omettere: mentire inserendo piccoli elementi di verità che facciano rapida presa sulla vittima, tralasciando il grosso delle informazioni che possano compromettere il copione usato dal manipolatore per soddisfare il proprio interesse a spese della vittima.
  • Negare: un manipolatore patologico non ammetterà mai di aver fatto qualcosa di sbagliato; cercherà di piegare i fatti a proprio vantaggio e dare peso alle prospettive che lo favoriscono. Infine, dopo aver tentato tutto il possibile, incluso negare le evidenze, se non è riuscito nel suo intento ammetterà candidamente il proprio errore cercando di sminuirlo e limitarne i danni in ogni modo.
  • Razionalizzare: elaborare spiegazioni razionali per giustificare un comportamento inappropriato.
  • Minimizzare: corrisponde a negare e razionalizzare allo stesso tempo. Sminuisce la dannosità di un suo atteggiamento, cercando di mettere insieme spiegazioni razionali per le quali si è attuato un dato comportamento antisociale. Tipico esempio è l'insulto velato mascherato da sarcasmo ("ovviamente stavo scherzando, hai la coda di paglia").
  • Attenzione/Disattenzione selettiva: le persone manipolatrici tendono a disinteressarsi e allontanarsi da tutto ciò che non ha niente a che fare con i loro interessi, e coagulano la loro attenzione attorno a ciò che ritengono possa fornire loro un vantaggio nel soddisfare la propria volontà. Frase tipica: "non me ne frega".
  • Deflessione: il manipolatore dirige l'attenzione e il discorso altrove, lontano dal nodo che gli altri interlocutori vogliono portargli all'attenzione.
  • Evasività: a differenza della deflessione, nell'evasività il manipolatore fornisce risposte platealmente sconnesse e non pertinenti.
  • Intimidazione subdola: utilizzo di minacce velate per spingere la vittima sulla difensiva.
  • Induzione del senso di colpa: tecnica che il manipolatore usa principalmente contro quelle persone particolarmente coscienziose ed empatiche, nelle quali induce ansia, soggezione e dubbio, facendole sentire egoiste e superficiali (valori intollerabili per le persone particolarmente coscienziose ed empatiche).
  • Induzione di vergogna: il manipolatore usa il sarcasmo per abbattere il tono dell'umore della sua vittima, indurla in condizione di umile soggezione e farla dubitare di se stessa. Tipici esempi sono gli sguardi arguti e tono di voce sgradevole mentre si fanno commenti retorici. Scopo ultimo far vergognare e dubitare di sé stessa la vittima.
  • Recitare il ruolo della vittima: anche questa tecnica ha facile presa sulle persone particolarmente coscienziose. Il manipolatore ritrae sé stesso come vittima di una circostanza o del comportamento di qualcun altro, per ottenere compassione ed empatia da parte della vittima, e spingendola ad agire in direzione del soddisfacimento dei propri interessi.
  • Denigrazione: questa è la tattica più potente usata dai manipolatori per mettere la vittima sulla difensiva e allo stesso tempo nascondere l'intento aggressivo del manipolatore. Infatti, quando la vittima si inalbera per difendersi, il manipolatore ha vita facile nell'inquadrare la vittima come "abusante", in torto.
  • Fare il servile: il manipolatore nasconde il soddisfacimento dei propri interessi dietro la scusa dell'obbedienza, del proprio dovere o del proprio lavoro.
  • Seduzione: il manipolatore loda e adula la vittima per fare abbassare le sue difese, assicurarsi la sua fiducia e la sua lealtà. Per manovrare il comportamento della vittima gli basterà minacciare velatamente di rimuovere la propria benevolenza.
  • Proiettare la colpa sugli altri: il manipolatore patologico tende a proiettare e vedere il proprio modo di pensare nella vittima, inducendola a pensare che sia sbagliato ragionare criticamente, fare scelte indipendenti e positive per sé stessa o avere comportamenti produttivi. Tutto ciò induce un senso di colpa nella vittima facendole credere di meritarsi di essere strumentalizzata.
  • Fingere innocenza: il manipolatore proietta un'immagine di sé tale da indurre gli altri in buonafede a pensare che sia innocente o quantomeno tentare di far passare per involontario un suo comportamento deliberatamente dannoso; se accusato fingerà sorpresa e indignazione, recitando il copione dell'innocente e mettendo in atto un comportamento negazionista.
  • Fingere confusione: il manipolatore finge di non sapere di che cosa stia parlando la vittima o comunque confuso al riguardo di un problema espresso dalla vittima. Il manipolatore farà di tutto per indurre la vittima a dubitare di se stessa, facendo perno su "elementi di salvataggio" che avrà inserito intenzionalmente in precedenza per garantirsi il beneficio del dubbio qualora fosse stato scoperto. In molti casi tra gli "elementi di salvataggio" avrà inserito anche persone, colleghi, amici, familiari, anch'essi manipolati come pezzi di un puzzle.
  • Manifestazioni di rabbia: lo scopo è quello di creare uno shock emotivo nella vittima, toglierle il tempo di ragionare e spingerla velocemente in una condizione di soggezione psicologica. Questa tattica viene usata dal manipolatore per "addestrare" la sua vittima ad evitare certi comportamenti o situazioni che a lui non piacciono, come ad esempio atteggiamenti di sospetto della vittima verso le tattiche di manipolazione messe in atto.

L'efficacia dei manipolatori patologici non è determinata tanto dalle tecniche, quanto piuttosto dalla smodata attenzione che essi dedicano a osservare e meditare sulle vulnerabilità psicologiche delle altre persone in quanto potenziali vittime. Infatti il fulcro della loro efficacia risiede nella perfetta complementarità tra la vulnerabilità psicologica della vittima e la relativa tecnica scelta dal manipolatore.

I manipolatori patologici hanno un'esperienza tale che consente loro di sistematizzare e automatizzare le tecniche sopra esposte. Essi sanno bene che l'applicazione casuale delle tecniche sopra esposte sarebbe controproducente. Generalmente i manipolatori si prendono tutto il tempo necessario per sondare le vulnerabilità psicologiche delle loro potenziali vittime.

Simon, invece, classifica le vulnerabilità come segue:[6]

  • Ingenuità: persone che negano di essere vittime o potenziali vittime e non riescono ad accettare il fatto che il mondo include anche persone astute, spietate e deviate;
  • Eccessiva coscienziosità: persone che sono troppo disposte a concedere il beneficio del dubbio e paradossalmente tendono a identificarsi con i manipolatori e trovare ragioni per biasimare le loro vittime (sé stessi);
  • Scarsa fiducia in sé stessi: persone che dubitano di sé stesse, poco assertive e incapaci di definire chiaramente i propri "confini"e farli rispettare; queste persone tendono a mettersi sulla difensiva troppo facilmente;
  • Eccessiva razionalizzazione/intellettualizzazione: persone che si sforzano eccessivamente di capire il manipolatore, ritenendo che debbano avere delle buone ragioni per manipolare;
  • Dipendenza emotiva: persone che tendono ad essere sottomissive, a dipendere dagli altri per il loro equilibrio emotivo. Maggiore è l'incapacità di indipendenza emotiva, maggiore è la facilità con cui verrà manipolata la persona.

Altri criteri utli per comprendere le dinamiche sociali attraverso i media e TV, di Stato e private come monopolio del sapere.


Lo psichiatra Martin Kantor, identifica le seguenti vulnerabilità, che sono tipicamente usate dai manipolatori patologici come i sociopatici, gli psicopatici e i narcisisti:[7]

  • Dipendenza emotiva dagli altri: incapacità di dire "NO" anche alle richieste che dovrebbero rifiutare, a causa dello spasmodico bisogno di essere amati dagli altri;
  • Immaturità: compromissione della capacità di giudizio ed esagerazione delle esternazioni sociali/pubbliche;
  • Ingenuità: rifiuto di credere che esistano persone disoneste. Convinzione che alle persone disoneste non sia consentito di agire;
  • Influenzabilità/Impressionabilità: eccessiva sensibilità al carisma degli altri;
  • Eccesso di fiducia: persone oneste convinte che anche gli altri siano onesti. Tendono a fidarsi facilmente degli altri senza sapere bene chi sono;
  • Solitudine: le persone sole accettano con più facilità ogni offerta di contatto umano. I manipolatori offrono contatto umano condizionato;
  • Narcisismo: i narcisisti sono facili preda di lusinghe non meritate;
  • Impulsività: prendono decisioni improvvise su questioni importanti senza chiedere pareri altrui, lasciando spazio ad un manipolatore di inserirsi nella spinta emotiva interferendo sul processo decisionale;
  • Altruismo: eccessiva empatia, eccessiva lealtà, eccessiva onestà; incapacità di bloccare gli abusi di un manipolatore anche se consapevoli;
  • Eccessiva parsimonia: incapacità di rifiutare un affare anche se è poco chiaro;
  • Eccessivo materialismo: facile preda per truffe e strozzini;
  • Eccessiva ingordigia: persone facilmente influenzabili ad agire in maniera immorale;
  • Masochismo: persone con un senso di colpa che le induce inconsciamente a ritenere di meritarsi che gli altri abbiano la meglio su di loro;
  • Anzianità: persone incapaci di elaborare molte informazioni contemporaneamente, quindi con minori capacità di riconoscere un inganno o una truffa.

Gli elementi forniti sono la base di una cultura democratica  americana che rifugge dalle falsificazioni della realtà dei gruppi dirigenti, posta la condizione che la scienza attuale, come suggerisce R. Feynman rimane purtroppo corrotta da un potere politico che non capisce la scienza ma solo la tecnologia a disposizione del proprio interesse contingente, cosa assai miope, ma finisce per bloccare nel passato una logica assai riduttiva della realtà naturale..
L'Italia è il paese con le maggiori manipolazioni essendo stata cancellata la Legge contro il "plagio" o manipolazione dei più deboli, in quasi tutta Europa esiste come patrimonio culturale dell'antica Roma, oggi legge contro le manipolazioni personali e politiche, culturali.
Libertà di scelta è opposta alla manipolazione.



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