Stampa,Corriere della Sera e Repubblica = Res Pubblica.

BO. 8.7.13



Stampa.Corriere della Sera e Repubblica = Res Pubblica.

Il titolo dice che la tradizione del Diritto Romano è ancora in vigore come principio informativo ed educativo dell'informazione.
Equivale a dire che le maggiori testate dell'informazione italiana non sono Democratiche per principio e per regole.
Cosa significa è semplice : non esiste per costoro ,proprietari e dipendenti ,una legge che sia eguale per tutti come principio di relazione tra le persone di qualsiasi classe sociale.
La Democrazia Europea ha come base questo principio,si parla dei paesi amici fondatori.
Semplice quindi trovare tutti i pretesti possibili contro l'Euro,come moneta,che nasconde il fatto dell'arretratezza culturale e politica Italiana.
Lo Dimostra la condotta di Berlusconi,come quella meno appariscente di Prodi,le loro ambizioni personali sono superiori a qualsiasi regole o legge ,per questo l'Italia è screditata sul piano politico strategico,in quanto inaffidabile per i partners Europei.
La Stampa,giornale della famiglia più ricca d'Italia,anche se non lo dice,mantiene invariato il principio che deve comandare il più forte,anche manipolando le persone,come se la seconda guerra mondiale non fosse accaduta,insegnado che qualsiasi manipolazione porta a conseguenze catastrofiche.
Ciò vale anche per la cultura e la scienza come principio e legge.
Il Corriere della Sera sembra sempre intenzionato a buoni propositi verso i ceti sociali lavoratori,con discrezione e parsimonia,direi equilibrio nel concedere le possibilità,che non arrivano mai con una dichiarazione semplice e definita,oltre ogni ragionevole dubbio,la Democrazia è il sistema corretto per dirigere la società e con essa le sue leggi del lavoro,non assoluto ma relativo.
Ed infine la Repubblica che si avvale di persone che culturalmente si atteggiano ad illuminati ed intelligenti,ma quando si tratta di fare il passo decisivo costoro ritraggono la mano come fa Eugenio Scalfari e l'attuale direttore.
Le Repubblica valorizza gli pseudo acculturati senza rischiare nulla che non sia prima approvato nei salotti del buocostume Repubblicano,l'intelligenza non deve essere disprezata ma comprata ad un prezzo basso,che non si credano di essere superiori alla ricchezza.
Scalfari è il prototipo di questo modello,sembra lungimirante,ma dopo qualche tempo affonda nell'oblio delle parole al vento,per lui la Democrazia non è mai Stata questione di principio e di leggi eguali per tutti,perchè  la realtà è un'altra cosa.
La Repubblica è di fatto conservatrice del costume Repubblicano,per il quale non conta la legge ma la forza in primo luogo .
Ultimo il Fatto Quotidiano,all'apparenza critico assoluto delle incapacità ed incoerenze contradditorie del Sistema ,ma anche questo giornale si defila tutta a mancina quando deve trarre le conseguenze logiche delle sue osservazioni radicali,tipo il vil coyote dei fumetti,il sistema va bene è Berlusconi che va male,il capro espiatorio risolve i problemi della falsa coscienza .
In Italia quindi l'informazione vive o svivacchia sulla base di criteri assurdi per altri paesi Democratici,non è forse per questo che il valore della nostra moneta è così basso rispetto ad altri?
La struttura organizzativa della società penalizza l'intelligenza e l'operosità del lavoro come risorsa strategica della società ed i giornali,come i giornalisti si adeguano a questo criterio implicito e diretto delle leggi e decreti leggi dal dopoguerra ad oggi,ed i principali evversari della Democrazia sono proprio le grandi ricchezze del paese,concentrate in monopoli, che determinano la svalutazione dell'economia del paese stesso svilendo l'intelligenza e la libertà,così come lo fa l'informazione pubblica e privata.

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