" Cuba: un viaggio tra fantasia e realtà."

Bo. 18.10. 20014
Questo racconto, presentato ad un concorso di Varese, del 2014, non è stato premiato perché non esaltava e valorizzava l'immagine di Cuba di Castro, a detta dei giudici del concorso, i quali sono solo interessati a promuovere viaggi, non a far star bene le persone, come  se le due cose non fossero  unite. 
Si vede che viaggiare nella miseria ed ignoranza, senza Democrazia, per certi concorsi è una cosa legittima, per il concorso Cavedio di Varese, è un modo per usare il concorso e distribuire soldi a compiacenti fautori......e scrittori di interessi miopi,
dedicato a concorsi poco seri e molto utilitaristici, non per promuovere affari e cultura, ma solo spiccioli e compiacenti consensi.





“Cuba: un viaggio tra fantasia e realtà.

L’immagine e l’immaginazione negata.
A cura di Mauro Mezzetti Sforza.


Cuba, l’inizio di un mondo nuovo e la fine di un breve periodo storico.
Isola della pirateria, misteriosa di fascino e ricca di tesori.
Mi diressi verso Cuba con la curiosità di chi, rinunciato ad ogni idealismo ed ogni ideologia desidera conoscere l’avventura  della scoperta.
Cosa mi attendeva all’Avana, la capitale e centro politico della dittatura di Castro con il simbolo del Comunismo.
Sono partito un giorno d’inverno, con indosso, blue jeans ed una pile  grigia con la scritta U.S.A. sul petto; indumento abituale e comodo, che avevo indossato senza riflettere, solo per abitudine.
Ad attendermi all’aeroporto, la nipote con amica della moglie di un cugino di 2° grado, di mia madre, che mi aveva dato alcune indicazioni.
La prima era: non fidarmi di nessuno.
Il viaggio turbolento mi indispose, così al chek-in, quando l’agente mi impose di togliere la maglia di pile reagii con disappunto, avevo 55 anni e non mi sembrava un gesto amichevole.
Sopra pensiero, vidi la scritta “U.S.A.” quando mi tolsi la pile, e consapevolmente ammutolii per non avere altri problemi.
Il viaggio con il taxi fu costoso, oltremodo, ed arrivato all’Avana la sistemazione provvisoria era insoddisfacente, fatta più per un ragazzo.
Lo spagnolo era comprensibile a tratti, ed infine riuscii a trovare un posto dove dormire.
La mattina al risveglio, mi disposi per un’altra dislocazione, con camera e bagno, idonea; grazie all’intervento della nipote, la quale avanzò l’idea che la mia permanenza era legata alla mia richiesta di richiederla come fidanzata presso il consolato cubano.
La ragazza di circa 23-24 anni circa mi sembrò scaltra, ma mise in evidenza il fatto, che era necessario, se volevo  lei mi facesse da guida,  per non essere scambiata per una prostituta, diversamente la polizia ci avrebbe separati.
Finsi di ignorare la richiesta, che mi sembrava assurda, ma dopo qualche ora accadde come lei aveva previsto, così fui costretto a lasciarla, per avviarmi da solo con le sue indicazioni e la cartina.
L’Avana mi riportava indietro nel tempo, sia per le macchine anni 40-50, sia per il doppio cambio della moneta e per i locali, scarsi nel numero e  nella varietà degli oggetti.
Le case pittoresche, di cui molte decrepite ed abitate, facevano del centro un luogo sospeso tra passato e futuro.
Il lungo viale alberato, posto al centro della via per il passeggio, non lasciava dubbi: le ville ai lati erano tutte lasciate invecchiare senza manutenzione.
Sembrava trasparisse un principio semplice nella decadenza: siamo tutti eguali di fronte al tempo, invecchiamo.
Allora senza cambiare nulla non si invecchia, non si nasce e non si cresce.
Il fatto che il regime di Castro la” dittatura popolare”, come modello, corrisponde alla dittatura famigliare è una pura casualità della giustizia del popolo che lo ha eletto una volta sola per sempre.
Faccio il turista mentre osservo le vetrine, agenti di polizia ad ogni angolo, scrutano i turisti e li sorvegliano per proteggerli, mi viene riferito dopo.
Di fatto sono in uno stato di polizia, nelle strade mantenute al minimo del decoro.
Molte botteghe di artigianato, a tema, sembra strano ma per tema si definisce una competenza ridotta, limita e ristretta, come ad esempio per i quadri o gli strumenti musicali.
Ogni bottega ha un tema, dipinge solo pesci e gatti, oppure altri animali da cortile, ma non persone o altre cose.
Gli artisti comuni mi confermano la formazione culturale della scuola di Cuba procede in questo modo riduttivo, che divide e fraziona la cultura.
Mi sembra di conoscere il metodo; cattolico cristiano della Chiesa Romana.
Si vede che a Cuba la cultura Europea non ha messo piede, un poco come in Italia fino al 1970 circa, isolata dalla comunità.
I pensieri vanno veloci, come i passi, per arrivare alla sede del Parlamento, oggi Museo di storia della rivoluzione; unico museo degno del nome per l’edificio pubblico in buono stato di conservazione.
Si apprende che la corruzione ed il malcostume erano i criteri dell’ingovernabilità di Cuba, perché la Democrazia era intesa come il voto dato al principio personale inteso come “governo io con i miei fedeli” e l’opposizione può solo lamentarsi.
Una specie di potere personale quasi assoluto, legittimato dal voto di una parte della popolazione, il cui fine era l’arricchimento personale prima di tutto, ed al di sopra di tutte le Leggi e regole civili e democratiche, fondate sulla base  del lavoro razionale e limitato nella sua libertà.
Pare che nella vita cubana sia rimasta invariata l’idea dogmatica del siamo tutti eguali, a tutti le stesse possibilità, ogni cosa necessaria per tutti, senonché esiste la necessità del turismo per sopravvivere.
Ritornando in camera, verso sera, incontro un turista particolare, nella camera a fianco, Austriaco-italiano, conosce 5 lingue e gira il centro-America per “svago” a suo dire.
Persona simpatica, con disponibilità economica, sembra più che un turista, un commerciante, ma sicuramente si gode la disponibilità delle ragazze cubane che desiderano venire in Italia e lo assediano.
Parto per Varadero il giorno dopo e ci salutiamo cordialmente, ciò che mi attende è ciò che desidero di più, l’oceano, anche se interno nella baia.
Piccola località  con case ed alberghi, distanziati sulla spiaggia, frequentata dalla malavita, oltre 70 anni fa.
Assaporo la salsedine, sulle labbra nel naso, una sensazione dimenticata nel mare romagnolo con la spiaggia cementificata.
Rimango assorto… di fronte alle onde oceaniche, chiare, limpide e trasparenti, con il loro frastuono di risacca sulla sabbia, dopo poco tempo sono frastornato, inebriato, non ho più pensieri, e lo sguardo vaga nell’orizzonte  del cielo bianco- azzurro.
I giorni trascorrono veloci, immergendosi nel nuoto subacqueo e nelle brevi traversate, Cuba perde la sua specificità storica e culturale, nella natura del mare.
Non ho più ricordi immerso nel fascino nuovo della bellezza naturale, tra sogno e realtà.
Il ritorno all’Avana diventa difficile, i soldi sono spesi troppo velocemente, senza alcuna valida ragione, con l’aragosta ed altre varietà, per ovviare ad un malessere che mi assale ogni giorno di più, devo ritornare prima del previsto.
Anche anticipare il rientro costa, in due giorni aumentano vertiginosamente le spese senza capire cosa accade, sembra che la società cubana mi voglia prendere tutto quello che possiedo, anche la giovane ragazza non si fa scrupoli ad aumentare le spese per l’alloggio e per il taxi.
Rientro esausto, Cuba mi ha svuotato, di ideali, di ideologia, di condizioni vessatorie della popolazione, della mancanza di libertà, del desiderio di fare dei cambiamenti in Italia e nella mia vita.
Quale inganno collettivo il comunismo, anche autoinganno per alcuni, come per altri l’uso dell’inganno, ma i più non hanno capito il rapporto tra mezzo e fine, la falsa rivoluzione sociale con il consenso di ampie masse depauperate dalla ricchezza accentrata in mano ad uno solo, gerarca autoritario assoluto della politica; sostituito da una organizzazione con le stesse regole, il partito.
Sono a casa, in Italia, libero dal passato, compio i primi passi con fatica.
Ora sono libero, da ideologie dogmatiche ed idealistici dogmi cattolici, la storia e la scienza mi faranno compagnia, simultaneamente non saprei distaccare l’una dall’altra.
Mi sento in sintonia con la mia personalità, che la scienza ha salvato dalle pene della malattia, ora vado sapendo che  verso la scienza ho un debito che mai potrò saldare ma che devo onorare… Cuba sarà libera un giorno per la Democrazia del lavoro libero, razionale e responsabile.







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