La cultura politica italiana, e le Democrazie d'Europa.

Bo. 16.6.14

La cultura politica italiana e le Democrazie d'Europa.

Le due compagini politiche, ovvero le forze in campo maggioritarie, PD ed M5S, non sanno di preciso quale collocazione assumere in Europa tranne i proclami generici, quando quelle stesse Democrazie Europee chiedono da oltre 40 anni le riforme all'Italia.
Le riforme chieste all'Italia sono quelle di cancellare delle leggi inique  e vessatorie del lavoro, per giunta ancora mussoliniane che persistono tuttora, che sono quelle di principio che considerano il "lavoro" come l'origine dei mali, inteso come il lavoro degli schiavi per liberarsi dal quale si deve pagare, in termini di tasse delle cifre esose per qualsiasi impresa, sia essa personale che collettiva.
La tassazione Italiana ha questo principio pregiudiziale, sulla base del quale si definisce il lavoro, come principio della Repubblica, ma non della Democrazia, come principio il lavoro è uno strumento necessario e per essere libero si deve pagare e non viceversa come sarebbe naturale.
Il "lavoro" libero ed organizzato razionalmente crea la ricchezza, in via di Principio; ed oggi è in base al lavoro scientifico che si definiscono i limiti oggettivi di questa libertà.
La Repubblica non definisce i Limiti, sembra anzi che il potere assoluto sia naturale, mentre nella realtà è solo una artificiosa falsità creata da uomini per  manipolare le conoscenze.
Nelle Democrazie Europee i monopoli sono aboliti, come rappresentazione di un potere assoluto che ha portato l'Europa della prima metà del 900 alla rovina con due guerre mondiali, siano essi politici ed economici, così come i trust dipendenti dal più forte.
L'Italia ha conservato e conserva un numero spropositato di monopoli economici ed uno solo politico, con diverse facce, il clericalismo, diviso in correnti.
L'Italia per dirla con Renzi e Grillo sarebbe quella che all'apparenza vuole collaborare a sviluppare il paese e nel contempo ostacola l'Unità Europea con Grillo .
Simultaneamente conduce due azioni opposte, senza mai enunciare i principi sulla base dei quali fare le riforme, ovvero riformare la Costituzione e le Leggi Elettorale e del Sistema politico.
Si procede con i Decreti Legge,che sarebbe una modalità incostituzionale ed antidemocratica.
Nessuno ha sollevato questioni di Principio per l'eliminazione del Senato come rappresentanza diretta e libera dei cittadini, ed essa è di origine e per Principio uno del criteri democratici della Costituzione.
Questo colpo di spugna sul passato, di 2500 annidi storia, indica che Renzi e Berlusconi sono clericali, ambiscono al potere assoluto, che altro non è che artificio mentale, ma è anche la disfatta del paese per ingovernabilità dati i presupposti di corruzione dei criteri di base della società.
Il clericalismo è la politica della corruzione dei principi Democratici, che le ideologie identiche nel fine ed opposte al clericalismo perseguono, come le persegue l'anti politica di entrambe di Grillo ed il M5S.
La cosiddetta "Destra", è incapace a capire cosa avviene, come lo sono i ceti imprenditoriali che non si vogliono liberare dei principi totalitari del fascismo.
La Democrazia è un ordine superiore alla Repubblica gerarchica, perché stabilisce il limite assoluto dei poteri che deve essere relativo e limitato per tutti, e sottoposto a verifica di fronte a tutti gli abitanti, cittadini/e e contadini/e.
Ora e sempre --X -Legio --- Italica d'Europa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli Art. 35, 36, 37, 38 della Costituzione.

PARTITO DEMOCRATICO: RENZI IL VENDICATORE.

Gli Art. 14, 15, 16, 17, 18, 19, della Costituzione.