REATO DI PLAGIO: DIRITTO DELLA REPUBBLICA DI ROMA.

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REATO DI PLAGIO: DIRITTO DELLA REPUBBLICA DI ROMA.

Il Plagio come concetto dell'antica Repubblica romana è definibile come:

Il termine plagio (dal latino plagium, 'sotterfugio') nel diritto romano stava ad indicare la vendita come schiavo di un uomo che si sapeva essere libero, oppure la sottrazione di uno schiavo altrui tramite la persuasione o la corruzione dello stesso.[1]
In senso più ampio, il crimen plagii, identificabile con il sequestro di persona di condizione sia libera che servile, era un crimen previsto dalle leges publicae, introdotto intorno al 90 a.C. dalla Lex Fabia de plagiariis, secondo la quale era punito a titolo di plagium chiunque avesse rapito un uomo libero, lo avesse ridotto in catene, venduto o comprato, oppure avesse indotto alla fuga uno schiavo altrui, lo avesse tenuto nascosto, oppure venduto o comprato. 
Di tale crimine rispondeva anche chi era complice.
Il reato di plagio nell'antica Repubblica romana ha due versioni, la riduzione in schiavitù ed all'opposto la liberazione  di uno schiavo non riscattato secondo la Legge.
Nell'epoca contemporanea il Plagio consiste in modo più ampio della "privazione di libertà di scelta, dei principi come delle cose, delle Leggi come delle regole, perché ogni principio non esiste come unico ed assoluto, ma ne esistono sempre due simultaneamente, per il terzo principio delle leggi di natura definite dalla scienza Fisica naturale, non quella odierna che è definita solo Fisica per il tecnicismo senza logiche coerenti.
Il secondo all'opposto è concedere la Libertà di scelta, senza Principi o Leggi che la definiscono.
Lo abbiamo visto con le dittature ideologiche, socialiste, fasciste ed all'opposto liberiste, in realtà nessuna delle tre garantisce la libertà, ma riduce in schiavitù, senza libertà, la popolazione per mezzo della manipolazioni delle informazioni oggettive, o della descrizione della realtà senza logica coerente.
Anche la confusione dei termini genera plagio: riduzione alla dipendenza forzata da altri, come le false paure infantili, le aspettative di ricchezza o di superiorità.
Così è la religione come principio politico; mentre non lo è a titolo personale come libertà di scelta tra religioni diverse, o credenze senza prove.
A tal fine non dovrebbe esistere una religione di Stato o uno Stato della religione, in quanto forma totalitaria assoluta che priva di ogni libertà gli abitanti soggetti ad una minoranza religiosa, unica ed assoluta, senza opposizione, negata contro ogni diritto di libertà.
Il Plagio esiste quando le informazioni sulla realtà circostante sono distorte e negate fino al punto che  non esiste  una realtà diversa da quella ufficiale, sia essa opposta ed antitetica.
Negare l'esistenza di una unità Europea in nome della lira è come privare della conoscenza e libertà di scelta gli abitanti italiani; in due modi, o discutere solo di soldi, pro e contro, senza discutere i sistemi democratici fondati sul Principio del lavoro razionale e sulle Leggi della natura e sociali, eguali per tutti; o vivere nell'imbroglio costituzionale italiano definito "perfetto bicameralismo" = deficienza cronica della logica.
Se due organizzazioni, Camere e Senato, hanno lo stesso potere legislativo, quale delle due decide?
Risultato 70 governi in 70 anni e la procedure dei Decreti d'urgenza o truffa alla popolazione italiana.
La matematica non mente.
Si contrappone l'ideologismo o l'idealistica visione della realtà e del futuro, tutto fuorché la libertà della conoscenza razionale della realtà sociale democratica degli altri paesi confinanti.
Questo è plagio della popolazione italiana, il rifiuto a vedere la realtà esterna al nostro paese, visto come un male aprioristicamente, pregiudizialmente, per mantenere la stabilità di una corruzione legislativa  che plagia  una parte consistente della popolazione, proprio da parte di coloro che più alzano la voce per condannarla secondo la morale cristiana, che il giorno dopo la vuole perdonare per riscuotere le ammende.
L'ipocrisia falsa e contraddittoria, per Legge, è uno strumento del plagio, come il falso in atto pubblico; considerato una pratica normale, rispetto alle Leggi.
Il plagiare le persone con le informazioni in parte false, ma che di fatto stravolgono il senso della realtà dei fatti, è così si condiziona pure la Magistratura nelle sue funzioni e la si devia dalla  razionalità comune delle Leggi Democratiche, eguali per tutti.
Plagio è falsificare un bilancio, sia privato che pubblico.
Plagio è definire falsamente il lavoro pubblico diverso da quello privato, la razionalità è identica.
Plagio è negare l'esistenza di Principi diversi  tra loro e complementari.
Plagio è definire in un solo modo la Democrazia, senza i Principi di base, comparati e non solo assoluti.
Plagio è negare la storia passata personale e collettiva, o citare solo una parte secondaria.
Plagio è negare l'esistenza della razionalità logica e dimostrabile, con le  parole, con i numeri e con i fatti.
Plagio è rimanere fermi senza confrontarsi con gli altri diversi per idee.
Plagio è negare l'esistenza delle Leggi della natura come Leggi sociali, eguali per tutti ed al di sopra di tutti .
Plagio è negare la realtà, passata e presente, per affermare una idea astratta nel suo Principio.
Il reato di Plagio esiste, anche se la Costituzione dogmatica lo nega,  perchè in quanto dogma assoluto, come il concetto di lavoro, senza la Libertà e la razionalità limitata, nega la libertà di scelta, nega la realtà stessa della natura.
Il Plagio è il dogma in ogni sua forma, che sia politico, religioso, culturale o scientifico come Modello, quando non corrisponde alla descrizione fondamentale della realtà.
Ora e sempre --Xma--Legio--Italiana--Democratica--d'Europa-

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